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Il Vangelo del giorno – 22 aprile 2015

Il Vangelo di oggi: Gv 6, 35­-40

io sono il pane
In quel tempo, disse Gesù alla folla:«Io sono il pane della vita; chi vie­ ne a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho det­ to però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Pa­dre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
 

 

 

Commento al Vangelo di oggi: Un pane più grande del sole

Signore Gesù, «eterna verità e vera carità e cara eterni­tà!», tu dici alla gente che ti vede moltiplicare i pani e in tanti altri fat­ti: «Voi mi avete visto, eppure non credete». Dici anche: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!» (Gv 20,29). Ti preghiamo, con le parole dell’Apostolo Pietro: «Noi ti amiamo, pur senza averti visto e ora, senza vederti, crediamo in te» (cf 1Pt 1,8). Sole di giustizia, illu­ mina gli occhi del nostro cuore: «Credo, aiuta la mia incredulità!» (Mc 9,24)
essere missionario
 
C’è una filastrocca di Gianni Rodari che dice:“S’io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane così grande da sfamare tutta, tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane più grande del sole, dorato, profumato come le viole. Un pane così verrebbero a mangiarlo dall’India e dal Chilì i poveri, i bambini, i vecchietti e gli uccellini. Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame! Il più bel giorno di tutta la storia”… Poter saziare la fame di tutti, che bel sogno! Per noi uomini e donne è un’impresa irraggiungibile, perché siamo pieni di limiti e di difetti, e anche quando le cose procedono bene siamo capaci di inventarci mille problemi. Ma per Dio non è un sogno o un’impresa irraggiungibile, ma una realtà già viva con il dono dell’eucarestia e il dono della fede. Come nel giorno di Pasqua, così anche oggi ogni Eucaristia deve essere un vero incontro con il Risorto (come abbiamo visto nell’articolo precedente), che dice a tutti: “Guardate e toccate le mie piaghe… credete, sono proprio Io… e annunciate la mia Risurrezione intorno a voi: nelle vostra famiglie e nei caseggiati, per le strade e attraverso i vari modi di comunicazione… perché oggi, Io sono il Risorto come duemila anni fa, e oggi, tanto come allora e più di allora, il mondo ha bisogno di sapermi vivo e di accogliere la mia parola!”. Don Rodolfo Reviglio afferma: “Se pensiamo che oggi molti extracomunitari sono tra le nostre case e nelle nostre città, dobbiamo renderci conto che più nessuno può scusarsi dicendo che non può essere missionario perché non può lasciare la propria casa, il proprio paese, la propria nazione. Li abbiamo qui i non cristiani, e anch’essi, come i pagani di allora, possono benissimo essere evangelizzati da ciascuno di noi!”.
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